Il M5s contro il viceministro Rixi: "Se condannato deve andarsene"
di Redazione
1 min, 38 sec
Di Maio: "Gli auguro di essere innocente ma si applicherà quanto concordato"
"Le dichiarazioni di Molinari sembrano mettere le mani avanti per salvare Rixi, se dovesse essere condannato. Se pensano che dopo le elezioni cambierà qualcosa e che con la minaccia di far cadere il governo il M5S accetterà di tenersi un condannato nell'esecutivo continuano a non capire il valore dell'anti-corruzione per il Movimento". Lo sottolineano fonti di governo M5S interpellate sulle parole di questa mattina del capogruppo della Lega Riccardo Molinari.
Sul caso si è espresso anche il vicepremier Luigi Di Maio: "In caso di condanna, il sottosegretario leghista ai Trasporti, Rixi, deve andarsene. Lo stabilisce il codice di comportamento previsto dal contratto di governo. Gli auguro di risultare innocente, ma a lui si applicherà quanto abbiamo concordato. Comunque mi auguro che dopo il 26 maggio la Lega dismetta i panni dell'ultradestra e che si torni a ragionare con serenità".
Il viceministro alle Infrastrutture Edoardo Rixi è imputato a Genova nel processo sulle cosiddette spese pazze dei consiglieri regionali liguri. La sentenza è prevista per il 30 maggio. Il procuratore aggiunto Francesco Pinto aveva chiesto la condanna per Rixi a 3 anni e 4 mesi. Erano state chieste condanne anche per altri 18 imputati, tra ex e attuali consiglieri regionali, e l'assoluzione per altri tre. Per l'accusa, i consiglieri regionali nel periodo compreso tra il 2010 e il 2012 si sarebbero fatti rimborsare con soldi pubblici, spacciandole per spese istituzionali, cene, viaggi, gite al luna park, gratta e vinci, ostriche, fiori e spese per oggetti vari. In alcuni casi, sempre secondo l'accusa, venivano consegnate ricevute che erano state dimenticate da ignari avventori. In altri venivano modificati gli importi a mano. Le pezze giustificative, molto spesso, si riferivano a periodi festivi come Natale, Capodanno, Pasqua e Pasquetta, 25 aprile e primo Maggio, giorni per l'accusa 'sospetti' per svolgere attività istituzionale. Nel complesso viene contestato un ammontare di diverse centinaia di migliaia di euro. A gennaio, alcuni difensori degli imputati avevano chiesto, in via subordinata all'assoluzione, la riformulazione del reato da peculato a indebita percezione di erogazioni o fondi pubblici.
Condividi:
Altre notizie