Il M5s contro il viceministro Rixi: "Se condannato deve andarsene"

di Redazione

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Di Maio: "Gli auguro di essere innocente ma si applicherà quanto concordato"

Il M5s contro il viceministro Rixi: "Se condannato deve andarsene"
"Le dichiarazioni di Molinari sembrano mettere le mani avanti per salvare Rixi, se dovesse essere condannato. Se pensano che dopo le elezioni cambierà qualcosa e che con la minaccia di far cadere il governo il M5S accetterà di tenersi un condannato nell'esecutivo continuano a non capire il valore dell'anti-corruzione per il Movimento". Lo sottolineano fonti di governo M5S interpellate sulle parole di questa mattina del capogruppo della Lega Riccardo Molinari. Sul caso si è espresso anche il vicepremier Luigi Di Maio: "In caso di condanna, il sottosegretario leghista ai Trasporti, Rixi, deve andarsene. Lo stabilisce il codice di comportamento previsto dal contratto di governo. Gli auguro di risultare innocente, ma a lui si applicherà quanto abbiamo concordato. Comunque mi auguro che dopo il 26 maggio la Lega dismetta i panni dell'ultradestra e che si torni a ragionare con serenità". Il viceministro alle Infrastrutture Edoardo Rixi è imputato a Genova nel processo sulle cosiddette spese pazze dei consiglieri regionali liguri. La sentenza è prevista per il 30 maggio. Il procuratore aggiunto Francesco Pinto aveva chiesto la condanna per Rixi a 3 anni e 4 mesi. Erano state chieste condanne anche per altri 18 imputati, tra ex e attuali consiglieri regionali, e l'assoluzione per altri tre. Per l'accusa, i consiglieri regionali nel periodo compreso tra il 2010 e il 2012 si sarebbero fatti rimborsare con soldi pubblici, spacciandole per spese istituzionali, cene, viaggi, gite al luna park, gratta e vinci, ostriche, fiori e spese per oggetti vari. In alcuni casi, sempre secondo l'accusa, venivano consegnate ricevute che erano state dimenticate da ignari avventori. In altri venivano modificati gli importi a mano. Le pezze giustificative, molto spesso, si riferivano a periodi festivi come Natale, Capodanno, Pasqua e Pasquetta, 25 aprile e primo Maggio, giorni per l'accusa 'sospetti' per svolgere attività istituzionale. Nel complesso viene contestato un ammontare di diverse centinaia di migliaia di euro. A gennaio, alcuni difensori degli imputati avevano chiesto, in via subordinata all'assoluzione, la riformulazione del reato da peculato a indebita percezione di erogazioni o fondi pubblici.