Davide Livermore: “Io sono pazzo del teatro pubblico, le idee sono tante”

di Giulia Cassini

Il Teatro Nazionale di Genova e l’osmosi con la cultura europea

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Presentazione ufficiale di Davide Livermore, nuovo direttore del teatro Nazionale di Genova, alla Corte il 17 gennaio in un vero e proprio bagno di folla. Unico regista insieme a Ronconi ad aprire per due anni di fila la stagione alla Scala, forte di un record di 70.000 biglietti venduti per Elena di Euripide all’ultimo festival di Siracusa, ha assunto l’incarico dal 1 gennaio ed ha dichiarato fin dalle prime battute la voglia di non accomodarsi in una zona di comfort. Nuove sfide attendono questa realtà centrale del territorio a partire da una maggiore internazionalizzazione, sulla scia dei momenti d’oro.

 

Non lo spaventa la mole degli impegni e a chi gli chiede come farà a conciliare l’attività da regista internazionale con la nomina ricorda il panorama dei grandi teatri europei, dove spesso i direttori dei teatri hanno carriere internazionali, per l’esattezza l’80%. E’ dunque un punto di forza e un ulteriore modo di mettersi in discussione. “Siamo convinti che l’innesto di personalità come Livermore di ‘genio e regolatezza’ da grande lavoratore della cultura sulle radici della tradizione consolidata permetta alla nostra struttura di essere protagonista della scena culturale internazionale tornando ad essere la voce del teatro nel mondo” ha detto Alessandro Giglio, presidente del Teatro Nazionale di Genova. “E’ una figura pop nel senso buono del termine perché riesce a trascinare gli spettatori per cui l’insieme dei due dna, quello dell’esperienza e della storia del Teatro Nazionale di Genova, e quello di Livermore porteranno a risultati concreti”. Tra le figure istituzionali presenti il sindaco Marco Bucci, l’assessora comunale Barbara Grosso, l’assessora regionale Ilaria Cavo e il governatore Giovanni Toti.

“La nostra visione come amministrazione – ha dichiarato il sindaco Bucci con l’assessora Grosso- è quella di alzare il livello culturale della città e lo appoggeremo come visione e strategia e in modo concreto. L’investimento di 1 euro in cultura non ha bisogno di un ritorno di 5 come si suol dire, ma è un modo di amare la nostra città e di contribuire a formarla”. Va al di là dei numeri. “Potenziare la città, ha detto il governatore Giovanni Toti- è anche la capacità di attrarre persone qualificate, dove la cultura ha da dire e da insegnare”. Una scelta sposata e appoggiata da tutta l’amministrazione per puntare su scelte ambiziose. Non è solo la nomina di un direttore di un teatro, ma un tassello di un disegno che vuol fare di Genova una città importante per il Mediterraneo e nel contesto europeo.

Dal canto suo Livermore anticipa  “Io sono pazzo del teatro pubblico, ricordo le politiche sul territorio,  la mia infanzia spezzata in due tra il teatro operaio e l’ippodromo, sì l’ippodromo perché la salute di  un popolo si vede da come va il teatro e l’ippodromo. Vanno conciliate le diverse anime e soprattutto bisogna restituire.  Mi interessa conoscere il territorio e usare la porta dell’internazionalità; amo la musica e spero di fare sinergia con il Teatro Carlo Felice”. 

In più ricorrono i 100 anni di Ivo Chiesa, il 22 dicembre sarà il suo compleanno e ci sarà la consegna del premio che sarà fondato quest’anno e sarà il modo di celebrare la memoria “Perché senza senso di appartenenza non abbiamo futuro. Mi piacerebbe tantissimo -ha continuato Livermore- che questo teatro possa avere la portata di fuoco di un teatro nazionale con la voglia di invadere la città in modo piratesco, d’avanguardia, nei social, nella presenza del territorio. Abbiamo la prima scuola d’Italia riconosciuta universalmente e quando ho saputo che c’è una comunità ecuadoriana di 50.000 persone o più ho realizzato che sarebbe interessante agire in questa direzione”. Infine una lancia spezzata a favore anche del teatro in lingua originale e della storia, le attività in programma sono tante e diversificate.