Confitarma e Assarmatori al Mit "Convocare conferenza AdSP"

di Pietro Roth

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Le due associazioni armatoriali aprono al dialogo

Confitarma e Assarmatori al Mit "Convocare conferenza AdSP"
"Alla legge portuale non serve un tagliando: le norme ci sono, il problema è che non vengono applicate fino in fondo. Vogliamo quindi mandare un messaggio forte al Ministero dei Trasporti: è necessario convocare la conferenza nazionale delle Autorità di Sistema Portuale, l'unico momento di confronto che prevede la presenza dei rappresentanti degli operatori privati, compresi gli armatori, e sopratutto il luogo teoricamente deputato a prendere le decisioni strategiche sulle grandi opere infrastrutturali, fondamentali per garantire la competitività dei nostri scali". Lo ha dichiarato il direttore di AssArmatori Alberto Rossi, in occasione del convengo "#Fattori competitivi 2.0", organizzato nell'ambito del Port & Shipping Tech, a sua volta parte della Genoa Shipping Week, in corso nel capoluogo ligure. Sempre con l'obbiettivo di aumentare la competitività dei porti nazionali, "e renderli appetibili per i grandi carrier internazionali, che ormai puntano tutto sull'integrazione verticale della catena logistica", AssArmatori ha quindi voluto lanciare due proposte concrete: "Individuare un commissario nazionale per i dragaggi, che sono una vera emergenza per il settore portuale e che necessitano di un'armonizzazione dell'applicazione delle norme, oggi declinate in modo diverso in ogni regione, e poi arrivare il più rapidamente possibile all'emanazione di regolamenti per poter svolgere il bunkeraggio navale di GNL, servizio che sarà sempre più richiesto dagli armatorinei prossimi anni". Anche Confitarma, come ha spiegato il presidente Mario Mattioli, concorda sulla necessità di convocare la conferenza nazionale delle AdSP, e di velocizzare la realizzazione delle infrastrutture: "I tempi per emanare i bandi di gara delle grandi opere sono superiori agli standard europei, e quelli delle fasi successive sono addirittura drammatici, anche a causa dei costanti ricorsi al TAR di chi perde le gare". Ormai - ha aggiunto Mattioli - "il costo della burocrazia è considerato ormai parte del rischio-paese, ma questo scoraggia gli investimenti internazionali".