"Porti di Chioggia e Venezia, unificazione non completata": lo dice la Corte dei Conti

di Edoardo Cozza

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Segnalati anche ritardi nell’attuazione degli interventi relativi ai progetti di riqualificazione e innovazione dell’infrastruttura portuale

"Porti di Chioggia e Venezia, unificazione non completata": lo dice la Corte dei Conti

Il processo di unificazione dei porti di Venezia e Chioggia in un’unica Autorità non è stato ancora completato, con evidenti ripercussioni sulla programmazione strategica, sull’organizzazione dell’Ente e sui servizi gestiti. In particolare, le funzioni per il porto locale di Chioggia sono ancora svolte dall’Azienda Speciale della camera di commercio di Venezia e Rovigo “ASPo”. È quanto rileva la Sezione controllo enti della Corte dei conti nella relazione sul risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria per l’anno 2019 dell’Autorità di sistema portuale del Mar Adriatico Settentrionale (MAS) comprendente i porti di Venezia e Chioggia, in cui si rimarca come il mancato processo di unificazione dei due porti lagunari in un’unica Autorità abbia evidenti ripercussioni sulla programmazione strategica, sull’organizzazione dell’Ente e sui servizi gestiti.

Per quanto riguarda la gestione in concessione del demanio, non ancora unificato tra i due porti per la mancata acquisizione di beni relativi al porto di Chioggia, ancora intestati principalmente alla Camera di commercio di Venezia e Rovigo attraverso “ASPo”, la Corte dei conti ha rilevato come, in considerazione delle ingenti risorse coinvolte e delle strategiche attività da realizzare, appaia necessario porre in essere azioni concrete volte ad assicurare maggiore trasparenza e concorrenzialità.

Il referto ha, inoltre, messo in evidenza perduranti ritardi nell’attuazione degli interventi relativi ai progetti di riqualificazione e innovazione dell’infrastruttura portuale, fra cui quelli di riconversione e riqualificazione economica dell’area industriale di Porto Marghera ed in particolare dell’area ex Alumix Sava Fusina, tanto che si è resa necessaria un’ulteriore proroga al 31 dicembre 2022, da parte del MISE, del termine di scadenza dell’Accordo di programma.